I nostri trekking

“Qua e là branchi di montoni e capre sotto l’occhio di un pastore silenzioso. Sulla strada carri carichi di carbone da legna trainati da pacifici bovi. In cielo corvi che volteggiano gracchiando: è tutto, ma una poesia infinita emana da questi luoghi tranquilli. Non ci accorgiamo neppure dell’arrivo nella notte, poiché il chiaro di luna è splendente. Questa luce dolce, argentata e limpida sembra spandere sulla campagna un giorno nuovo.”
Viaggio Pittorico nella Toscana costiera fra Otto e Novecento, A cura di Attilio Brilli, Banca Etruria 2014

“Sembra che persino gli equinozi rispettino questo luogo santo. Quando l’intera catena dell’appennino è resa scura dal temporale imminente, ho visto La Verna risplendere ancora, l’ultima cima a essere sopraffatta dalla tempesta. E fuori dal velo della pioggia e dal fluttuante oceano dei vapori che livellano la montagna, essa è sempre la prima a riapparire, un Ararat sopra le acque.”

Ella Noyes
Il Casentino, vedute e immagini tra Ottocento e Novecento, Banca Etruria, 2005

“Pace mi dicono al cuor le tue colline,
con le nebbie sfumanti e
il verde piano ridente
nelle piogge mattutine”
Traversando la Maremma, Giosuè Carducci

“Sono l’albero: il primo testimone di ogni cosa. Adesso e qui, appoggiato su un punto qualunque della linea del tempo. E laggiù, fuori dal tempo, prima del mondo, nel sogno senza sonno di un qualche dio lontano.”
Gaia De Pascale “Filosofia del ritorno al bosco” il melangolo 2020.

“Il simbolo ha una componente intuitiva, che suscita in ciascuno di noi emozioni identiche, ma ne ha anche una soggettiva, personale che è altrettanto importante. Ogni albero poi è diverso, ha una personalità propria: per il luogo in cui nasce, per le cicatrici che porta, per lo sviluppo che assume crescendo.(…) L’albero diviene parte della nostra storia, simbolo vivente di ricordi e sensazioni”
Francesco Boer, Troverai più nei boschi (Il Saggiatore 2021)

“…Da allora la Valle è rimasta remota e dimenticata, cosparsa delle rovine dei suoi giorni tumultuosi. Le resta la sua bellezza, toccata dalla aura di pensieri e ricordi, propria dei luoghi di passate battaglie e passioni.” Così la viaggiatrice inglese Ella Noyes descrive il Casentino nel suo libro “The Casentino and its story” nel 1905. Vieni a scoprirlo con noi.

“Non c’è nulla di più dolce e fresco dell’aria di questa cittadina montana posta alla sorgente di fiumi che t’incantano l’orecchio notte e giorno con il loro gorgoglio. E’ un paese d’Arcadia, con l’aria di essere appena emerso dalle gole brumose che alle sue spalle penetrano nella primeva foresta”
Ella Noyes, La valle chiusa, l’alto e il basso Casentino.
Dal libro “Viaggio in Casentino” a cura di Attilio Brilli
Edito da Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, 1993

“Salire sulle montagne fa parte della natura dei Santi e dei mistici. È come sei i loro piedi dovessero seguire l’anima e dare aspetto corporeo alle aspirazioni spirituali.”
1905, Ella Noyes scrive di Camaldoli in “The Casentino and its story”, Edizioni Fruska 2001

“Rallentate il passo, guardatevi attorno. Sfiorate con la mano la corteccia di un albero. Fermatevi ad ascoltare i piccoli rumori del bosco, chinatevi per sentire il profumo dell’erba, e delle radici. Imparerete che a volte non basta un’ora per scoprire tutto quello che dieci metri di sentiero possono offrirci”.
Dal libro di Francesco Boer “Troverai più nei boschi”. Il Saggiatore 2021