Rapiscono e si consumano in breve tempo le pagine di questo avventuroso libro curato da Attilio Brilli. Profondo conoscitore della letteratura di viaggio, Brilli dona al lettore una panoramica di grande interesse delle cronache scritte da coloro che hanno attraversato la terra di Arezzo nel XIX secolo. Membri della più colta società europea, scrittori americani, appassionati di archeologia, collezionisti, per tanti l’Italia era un passaggio irrinunciabile della propria formazione. Milano, Firenze, Roma, Napoli erano le tappe predilette, ma a separarle vi erano tanti altri luoghi, più o meno isolati da una viabilità incerta. Tra questi spicca Arezzo, una piccola cittadina tra Firenze e Roma. Per alcuni sporca e rozza, per altri uno scrigno di pronto a schiudere il suo prezioso passato. Tra i viaggiatori che ne descrivono anima, rovine e paesaggi, si scorgono i nomi noti degli scrittori americani Henry James e Nathaniel Hawthorne insieme ad altri meno noti ma ai quali lo spirito del tempo ha conferito un certo prestigio. George Dennis, instancabile scopritore di luoghi etruschi, Antoine Claude Pasquin il bibliotecario di Versailles che si recò in Italia ben quattro volte. Wilhelm Dorow storico, letterato, orientalista e diplomatico alla corte di Ferdinando Guglielmo III di Prussia che viaggiò in Etruria venti anni prima di Dennis, pronto a ritrarre i reperti etruschi nel corso delle sue ricerche. E ancora lo scrittore francese Paul de Musset, il britannico studioso dei costumi italiani Edward Hutton, e il celebre medico Sir Frederick Treves, più noto nella storia per aver offerto riparo e conforto a Joseph Merrick, l’uomo affetto da una grave deformità del corpo sulle cui vicende David Lynch girò lo splendido film The Elephant man. Immancabili, tra queste cronache, gli aretini illustri, spesso ingiustamente dimenticati, ma vivi nell’attenzione dei narratori del passato.
Al termine della lettura non possiamo che accogliere nel nostro animo il magnetico fascino del viaggio come strumento di conoscenza. Ancor più intensamente rimaniamo avvolti da quella misteriosa attrazione che l’Italia ha esercitato per secoli su coloro che avevano il coraggio, e le possibilità, di sfidare innumerevoli difficoltà e imprevisti. Un coraggio che oggi possiamo riscoprire con meno fatica, con più comodità, con la mente aperta e desiderosa di continuare a conoscere la nostra penisola. Oggi come allora, possiamo metterci in cammino con l’ardente desiderio di scoprirla sempre di più, possiamo ritrovarci ad amare ciò che ha da donarci, preservarne quel fascino imperituro. Possiamo essere grati perché in ogni suo angolo riesce a farci sentire viaggiatori, curiosi e appassionati.

Arezzo, lo spirito del luogo
A cura di Attilio Brilli
Edito da Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio
1993

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